In questo saggio viene proposta un'interpretazione della conoscenza sociologica come raccolta di strumenti concettuali e di moduli interpretativi sempre revocabili, aventi la loro radice nelle modalità di azione proprie delle forme di vita degli uomini. Così, anche attraverso una historia brevis dei modi in cui la sociologia classica ha di volta in volta occultato la dimensione del sentire, viene qui messa in discussione la rigida separazione tra "ragione" e "passioni", nel duplice tentativo di prendere congedo dai dispositivi simbolici di una razionalità che ha preteso di esercitare un controllo della sfera emozionale, nonché di riconoscere che l'attività emotiva è un elemento centrale nelle negoziazioni.