Harry Evans è partito per compiere la prima missione spaziale su Venere, ma torna solo e non dà risposte plausibili sulla scomparsa del suo compagno di viaggio. Potrebbe essere pazzo, oppure sotto il controllo telepatico della creature che popolano le paludi di Venere. Potranno i vaneggiamenti e le risate dare una risposta alla domande che egli stesso si pone sulla missione? Perché la Nasa lo ha mandato in missione? Perché gli Stati Uniti, dopo esser stati finalmente sulla luna, hanno ancora bisogno di conquistare altri pianeti? Qual è il segreto dello spazio che il governo americano non vuole divulgare? Con questo romanzo sarcastico e allucinato, vero e proprio "Lamento di Portnoy" dell'era spaziale, Barry Malzberg trasforma il sogno americano della conquista dello spazio in un incubo della burocrazia, e il diario di bordo della missione in una farsa delirante.
Già pubblicato in Italia alla fine degli anni Settanta, ma risalente nell'edizione originale al 1972, ricompare Oltre Apollo di Barry Malzberg, uno dei più interessanti romanzi che caratterizzano la fase più adulta della fantascienza, qui per la cura di Riccardo Gramantieri nella collana "Fantascienza e società" delle edizioni Mimesis (134 p., 12). Di evidenti origini familiari centroeuropee come Robert Silverberg , a quest'ultimo Malzberg è accomunato proprio dal fatto di aver inserito nella science fiction tematiche più peculiari della speculazione filosofica mitteleuropea che non della narrativa avventurosa americana. Questo romanzo ne è una prova lampante. Non inganni il titolo: il testo non ha nessuna connotazione spaziale, se non di riflesso. Si tratta infatti dell'allucinato diario di Harry Evans, astronauta, unico sopravvissuto di una esplorazione su Venere, che scrive da una prigione ospedale nella quale è stato rinchiuso. Non si sa quale sia stato il vero esito della spedizione, se Evans abbia ucciso il suo compagno o se questi si sia suicidato, se egli sia pazzo o sotto il controllo mentale di eventuali esseri venusiani, nemmeno se la missione sia realmente avvenuta e quali implicazioni vi siano da parte della NASA e del Governo americano. Il diario, con il resoconto degli interrogatori e le elucubrazioni intime del protagonista, non dà spiegazioni e si limita a descrivere stati d'animo passando dalla nevrosi all'angoscia. In questo modo Malzberg, pur restando all'interno della fantascienza, la destruttura più ancora di quanto abbia fatto Philip K. Dick, consegnandoci una riflessione sarcastica e grottesca sul mondo in cui viviamo. Curiosità: il romanzo vinse - meritatamente - il premio intitolato a John W. Campbell, suscitando la protesta di Poul Anderson, che fece rilevare come la vicenda fosse l'esatto contrario di ciò che il famoso direttore di "Analog" avrebbe pubblicato.
Gian Filippo Pizzo - 13/12/2012 12:23