A consolidare la fama di McCarthy, da una decina d'anni riconosciuto come il vero erede di quella intensità visionaria che risale a Melville e a Faulkner, è stata questa suggestiva storia di un viaggio iniziatico. Alle soglie della seconda guerra mondiale, Billy, giovane figlio di un piccolo allevatore del New Mexico, riesce a catturare la lupa che minaccia il bestiame, ma non la lascia uccidere: cerca anzi di riportarla sulle montagne messicane, di restituirla al suo mondo, che è poi anche quello di una nonna molto amata. Comincia un lungo viaggio avventuroso che porterà Billy e il fratello Boyd a perdersi e a ritrovarsi in un paesaggio metafisico e spietato.
Il romanzo dello statunitense Cormac McCarthy intitolato OLTRE IL CONFINE (tr. Rossella Bernascone, Andrea Carosso, Einaudi editore 1995) appartiene al filone del western riflessivo o esistenziale. Bill, un giovane del New Mexico si appassiona a una lupa, la cattura e decide di riportarla sulle montagne ontre frontiera. Mentre lui è via, però, avvengono dei fatti tragici nella sua famiglia che lo spingono a ripartire per il Messico con il fratello. Questa missione si rivelerà catastrofica e il fratello resterà in Messico a interpretare il ruolo dell'amico del popolo. A Bill non resterà che cercare un posto nella società e, non trovandolo, ritenterà l'avventura messicana alla ricerca del fratello.
Nonostante le descrizioni a volte noiose, le digressioni saccenti e una lingua non proprio fluida, qualche piccola verità su Dio, il destino, la vita, annegata nel romanzo c'è.
Guia Risari - 06/04/2020 11:24