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Oro, zaffiri e rubini. Il reliquiario di Montalto dopo il restauro dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze
Oro, zaffiri e rubini. Il reliquiario di Montalto dopo il restauro dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze

Oro, zaffiri e rubini. Il reliquiario di Montalto dopo il restauro dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze


pubblicato da Nardini

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La necessità di procedere ad un nuovo intervento di restauro è dovuta alla fuoriuscita di composti salini di alterazione sulla superficie metallica del reliquario. L'indagine ha dimostrato che l'alterazione è avvenuta per interazione tra la lega d'argento con l'acido formico presente nella cassa in legno che anticamente ospitava il manufatto. Si è inoltre osservata la leggera sbollatura della doratura. Risultava infine compromessa l'adesione dello smalto al supporto in argento, anziché in oro, della parte corrispondente al prato nella scena del Compianto di Cristo. L'Opificio delle Pietre Dure ha provveduto a smontare le parti che costituiscono il Reliquiario di Montalto, al consolidamento, alla pulitura e alla protezione delle parti metalliche (eccetto nelle zone smaltate). Il reliquiario di Montalto, opera di sorprendente oreficeria parigina della fine del XIV secolo, è con molta probabilità riconoscibile in un cimelio appartenuto all'Oratorio della Cappellina di Carlo V de Valois, sovrano francese. Importanti collezionisti come Lionello d'Este duca di Ferrara e il Cardinale Pietro Barbo (1457) sono venuti in possesso di questa stupenda opera impreziosita di smalti en ronde bosse, perle, zaffiri e spinelli.

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