«Domenico Mungo gioca con le parole, le spreme, le maneggia, le rispetta, palleggia elegantemente con gli aggettivi, si dedica alla memoria, rispecchiandosi nel presente. Domenico Mungo è uno scrittore dalle vene aperte, non conosce maschere o reticenze, è duro, tenero, esagerato, romantico, racconta il calcio attraverso l'abbaglio degli spalti e del verde del prato e si affida alle letture matte e disperatissime, recuperando il corsaro Pier Paolo Pasolini e portandoci dentro il calci dei "perdenti vestiti di sogno" di Osvaldo Soriano(...) Domenico Mungo ci affida il suo testamento calcistico. Noi lo leggiamo così come si leggono i classici: con rispetto, consapevolezza e timore. Già pronti a rileggerlo. E rileggerlo ancora. Perché ogni volta, di sicuro, troveremo una nuova rosa: con i suoi petali, con le sue spine.» (Darwin Pastorin - tratto da Prefazione a forma di canto)