"Il libro rappresenta un 'caso a sé' e fornisce 'strumenti concreti' per opporsi allo 'strapotere' di una 'cultura' che 'banalizza' tutto, crea 'bisogni indotti' e incide pericolosamente sull''immaginario collettivo'." Non suona male, vero? Peccato però che questa frase altisonante significhi di per sé tutto e niente, infarcita com'è di parole ed espressioni abusate, quelle "parole paravento" e strappa-applausi che nascondono un vuoto, da esibire come segno di distinzione quando, di fatto, ci si trova a corto di idee o di argomenti. Claudio Nutrito ha raccolto e discusso quelle che oggi vanno per la maggiore, realizzando così un manuale spiritoso e irriverente che finge di voler insegnare l'arte sottile della conversazione vacua, ma che, letto in controluce, ci mette a nudo e ci spinge a soffermarci e riflettere sulle rassicuranti certezze e sui luoghi comuni con i quali tentiamo di descrivere la realtà e fare colpo sugli altri. A tutti noi accade, prima o poi, di "parlare, parlare... finché non troviamo qualcosa da dire". Nulla di male. Cionondimeno, dopo avere sorriso di noi stessi assieme a Nutrito staremo un po' più attenti a quello che diciamo e a come lo diciamo.