In "Passo nel fuoco" l'esplorazione del corpo degli amanti si riverbera tra fuoco e fiamme, che arroventano la carne, il verso, la parola, la metrica, i suoni, i colori... Ogni fuoco ha un suo centro di dura materia, dal centro s'irradiano luce e oscurità, come impara, con dolore e struggimento, chi è travolto dalla passione.
La poesia di Rita R. Florit, lo si può intuire, non è abbandono sensuale; è sforzo incessante per decifrare il mondo âspando dal cuore \ notturne sillabe sonoreâ, uno sforzo che si paga quando il cuore diventa âl'organo del desiderioâ e della volontà. "La poesia è una visione del mondo raggiunta con uno sforzo, talvolta estenuante, della volontàâ. Fatica âdel vivere col cuore divorato \ contratto espanso dilatato in sangueâ, perché âle aperture del sangue e quelle del senso sono le stesseâ . Un senso che non è più solo ideale e un corpo che non è più solo sensuale. Senso che libera il corpo e corpo che libera il senso. Corpo sensoriale e senso corporale. Ã nel corpo che si ridisegnano i confini del senso, mai definitivamente perduto perché nascosto nella parola che qui manca per riaffermarlo: desiderio. âMani mi ridisegnano i confini \ da nuove agrimensure ritemprataâ, a riaffiorare il desiderio sopito avido di vita e di parole e di respiri soffocati da respiri. Solo il nudo desiderio che s'interna.
Anonimo - 14/08/2012 18:34