Pezzi d'anima disillusa

Salvatore Cantone è l'autore di questa silloge di poesie o "pezzi d'anima disillusa" come le definisce il poeta scritte in un arco temporale di oltre dieci anni. Tra queste pagine trovano spazio le domande che più tormentano l'animo umano, ponendosi nella forma di un intenso, profondo e personale soliloquio. I versi dal taglio incisivo, ma al tempo stesso diluiti dal ritmo lento, affrontano riflessioni che richiamano le entità del Tempo, della Morte, del Silenzio, della Notte, della Vita e dell'Amore. Ne cavano le emozioni più vibranti e assegnano un preciso significato a ogni parola che si fa strumento di quell'introspezione determinata, estenuante ma liberatoria, dell'anima. Che sia un bisbiglio accennato o un urlo prorompente, il lettore non può restare impassibile dinanzi ai colpi di parole che lo invitano a intraprendere la propria ricerca, a scavarsi dentro per trovare quelle risposte che indagano sull'essenza di sé e del mondo circostante.

"Sin dai primi anni di formazione e istruzione rimanevo solo nella mia stanza a leggere antologie di poesie, cercando di fare il paio alle parole lette con parole mie scritte; il risultato non era un'opera personale ma una rivisitazione di quello che leggevo. Questo mondo delle parole mi ha portato alla scelta di affrontare gli studi classici; ho conosciuto la mitologia, la filosofia, la narrativa e i grandi poeti del Novecento. Alle risposte tra le pagine, aumentavano le mie domande che diventavano a loro volta parole, righe, pagine; necessità di dover scrivere. La scelta di diventare architetto fu quella di trasformare l'arte in qualcosa di visibile e tangibile; essere architetto era essere pittore, scultore, poeta e viceversa. Sono passati molti anni ed ancora oggi sento la necessità di dover scrivere quelle parole che mi hanno accompagnato nella vita di tutti i giorni, oggi farle leggere anche ad animo vicino."

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