"Nelle composizioni di Mariateresa Giani, composte negli Anni Novanta, sono ancora presenti residui di quella tendenza da Ladolfi indicata come "novecento" (con la "n" minuscola), la tendenza della poesia a "dire se stessa", a ricercare "rara atque inopinata verba" o arzigogoli metaforici, frutto di ricerche intellettualistiche. Ma già in lei si coglie l'anelito a un ritorno alla realtà mediante una poesia capace di parlare ancora dell'uomo all'uomo. In epoca di spettacolarizzazione e di mercificazione sorprendono testi come questi improntati a un profondo rispetto per quest'arte, votata alla cesellatura, alla ricerca di interiorità, di senso, di umanità, di orizzonti spirituali".