Il Grande Summit dei Popoli di Tutte le Russie è, ormai da dieci anni, un'occasione per avvicinare le etnie e le minoranze che popolano la Federazione Russa, nonché per promuovere la pace e il dialogo tra le stesse. A tale scopo, tra i principali relatori, c'è anche padre Antonin Tretyak, sacerdote cattolico e grande amico del presidente, nonché ministro per il Dialogo Interculturale e Interreligioso. Il summit incarna dunque il manifesto del più grande successo del presidente Antonov che, fin dalle sue elezioni, ha lavorato con impegno e dedizione per un nuovo ordine mondiale, concentrandosi soprattutto sul ritiro delle truppe russe dai luoghi strategici. Poco dopo l'apertura del summit, tuttavia, iniziano ad arrivare le prime notizie allarmanti: gruppi via via più numerosi di militari contrari al disarmo si stanno ammutinando. In poche ore la situazione precipita: i militari prendono il potere e arrestano Antonov, accusando lui e i suoi ministri di ogni nefandezza. Padre Antonin, ricercato dai golpisti, è costretto alla fuga. Lui, da sempre abituato agli onori e al lusso più sfrenato, diventerà nel breve volgere di poche ore un miserabile fuggiasco... Dietro una spy-story ricca di azione e colpi di scena, ambientata in una realtà alternativa non poi così distante dalla nostra, Profugo è un romanzo che sa riflettere e far riflettere su argomenti di stringente attualità, rifuggendo dalla tentazione di fornire facili soluzioni e tenendo il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Con una certa circospezione e dietro segnalazione, ho iniziato e proseguito la lettura di questo lieve romanzo di Matteo Molino , 'Profugo', quanto meno attratta dal dato anagrafico: l'autore ha vent'anni; il testo è edito da Europa Edizioni ma è rintracciabile anche nel circuito Mondadori. Testo gradevole, di facile lettura, senza voli pindarici; tutte le parole (tante!!) utilizzate nel loro significato originario. Molte brevi frasi colloquiali scritte in francese o russo, con traduzione a margine: si inseriscono bene nel contesto. La trama è presto detta: un ministro russo è travolto da un golpe e finisce 'Profugo' in Francia con le ben note difficoltà di sopravvivenza. Trattati con delicatezza i sentimenti di amore, ed amicizia; esaltata la salvezza che deriva dal lavoro.
Profugo
giuseppe.lambri - 21/06/2022 15:56
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Matteo Molino ha trovato un editore del suo romanzo "Profugo" all'età di 20 anni e ciò significa che lo ha "pensato".prima. Gli perdoneremo perciò qualche peccato di gioventù come il piacere di usare brevi frasi in francese o russo (con traduzione). Lo perdoniamo perché è uno che sa manovrare bene la lingua italiana; ha una vasta terminologia ; sa cercare la parola adatta; il sinonimo; rispetta la sintassi, ect.,- Sono particolari che si apprezzano proprio oggi dove il pressapochismo e la non-cultura regnano sovrani in molti testi, anzi, fanno tendenza.
Un breve cenno alla trama senza tradire l'Autore: un prete russo di altissimo rango anche politico, viene travolto da un golpe militare e si trova proiettato in Francia quale esule, pardon, quale "Profugo". Eppure l'uomo non perde la sua dignità pur nell'estrema miseria perché è "salvato" soprattutto dall'attività lavorativa, per quanto umile, marginale, disprezzata, mal retribuita e col costante incubo di essere eliminato dai sicari.
Buon spazio viene dedicato ai sentimenti di amicizia e amore, ma vengono trattati con delicatezza e pudore, come fossero "guardati di sfuggita e non senza rossore" per ricorrere ad una frase manzoniana.
gazzanigagiuseppina - 14/08/2022 14:21
giuseppe.lambri - 21/06/2022 15:56