Quando Boris Pasternak concluse la scrittura de Il dottor Zivago, non immaginava che dalle sue pagine sarebbe scoppiato un caso internazionale, destinato a coinvolgere i partiti comunisti di mezza Europa. Censurato in Unione Sovietica perché contrario ai diktat del regime, il romanzo venne pubblicato in prima edizione da Giangiacomo Feltrinelli, nel 1957. Ma all'editore milanese il dattiloscritto fu consegnato da Sergio d'Angelo, amico personale dell'autore russo, che lo trafugò, portandolo in Italia, nel corso di un viaggio piuttosto avventuroso. Un viaggio raccontato in questo libro, insieme alle fasi successive del "caso Pasternak", documento scritto "nell'occhio del ciclone" della censura sovietica e inno alla libertà dell'arte e della letteratura dalle costrizioni politiche di tutti i tempi.