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Quando Dio scrisse che Nietzsche è morto

Giano Bellona
pubblicato da Giano Bellona

Prezzo online:
2,99

Dal primo capitolo:

«Nietzsche non è per gli idioti, tuttavia attrae idioti. Il motivo è semplice: Nietzsche era un idiota. Domanda: Ma chi sono io per permettermi di bestemmiare contro questa divinità della filosofia contemporanea? Risposta: Io sono Dio. Vi chiederete: Come possibile? Dio è morto. Lo ha detto Nietzsche, il grande filosofo! . Intanto, figli miei, per morire bisogna nascere e in secondo luogo Nietzsche non era un grande filosofo, almeno non così come lo intendeva lui che dichiarava che un filosofo lo si misura con la sua stessa vita e non con i suoi scritti. Ed è già da questo pensiero che la vita di Nietzsche fu l'esatto contrario dei suoi scritti (...)»

Nella prima parte del libro, l'autore Immagina un Dio bonario e ironico che svela la tragicomica contraddizione tra il Nietzsche pensiero e il Nietzsche uomo (tra l'altro con uno stile che ricorda proprio il sarcasmo di Nietzsche). Viene quindi tracciata con opportuna documentazione la biografia impietosa di un uomo debole, sradicato, ramingo: un idiota da contrapporre all'erudito ex collega universitario Jacob Burckhardt che invano Nietzsche cercherà di sedurre alle sue idee, fino a quando Burckhardt stesso non lo mandò di fatto in manicomio, dopo aver ricevuto una delle deliranti lettere che Nietzsche spedì da Torino (i cosiddetti "biglietti della follia" che verranno trattati in un breve saggio nella terza parte del libro "Quello strano autunno torinese").

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