La poesia di Péguy è una poesia che cammina. E il cammino nella Beauce, le cui tappe la poesia segna come un diario, è un cammino con un peso enorme ma non greve, dove dunque quel che conta non sono né i rimorsi né gli scrupoli, ma la strada. Come un camminatore quando ammira la mèta alla quale è vòlto il cuore, anche Peguy conosceva una lena che sopraggiunge strana, un passo dimentico del peso e del male, un andare, ancora andare.