Ho comprato questo romanzo in libreria...che dire? Mi ha regalato lo stesso, nostalgico, piacere che provavo da bambina nellascoltare le strampalate storie del paese di mio padre. I personaggi del mito ci sono proprio tutti: il compaesano che ha visto il mondo viaggiando per lavoro, il prete e il suo stuolo di comari, il matto che spaventa i bambini, leroe capace di vincere gare di bevute e di velocità in motocicletta, maestre sadiche, ex fascisti, comunisti e democristiani. E poi, oltre al mito, cè la fiaba. Perché è la fiaba che anima e colora le giornate di bambini sullorlo della pubertà, in un paese i cui contorni cominciano a diventare stretti, ma che la fantasia riesce nuovamente ad ingigantire colorandoli di mistero: i morti che tornano dalle tombe, i licantropi, le fate. Si ride molto e potrebbe bastare, potrebbe essere una splendida diapositiva, un briciolo di tempo meravigliosamente descritto con unironia intenerita dai personaggi che animano quel piccolo mondo. Ma questo romanzo è molto di più: oltrepassa il mito paesano, la fiaba della fanciullezza, e vuole mostrarci cosa si nasconde sotto la presunta innocenza dei piccoli borghi di quegli anni, non fermandosi davanti ad un candore che forse non è mai esistito. Si ride ancora, ma è un riso più amaro.
chiaragiudicihotmailit - 06/04/2021 13:43