Odissea: il titolo del poema epico forse pi noto e amato della nostra civilt ed anche il termine a cui si ricorre per definire un'esperienza travagliata e, in taluni casi, la vita tout court. Perch soltanto al titolo di quest'opera concediamo di essere sinonimo di vita? Ulisse un eroe nuovo: avrebbe la possibilit di diventare immortale rimanendo con la bellissima Calipso, ma vuole tornare a Itaca da Penelope e Telemaco, e compiere il proprio destino mortale, paradossale destino di gioia. Proprio perdendo tutto, persino la propria identit, da re a mendicante, rinasce grazie a chi lo sa riconoscere e amare. Se Achille l'eroe che sovrasta il mondo, Ulisse ne invece sovrastato. Il suo multiforme ingegno scaturisce dalla necessit di difendersi dai colpi della storia. La sua una vicenda di resistenza, che culmina nei dieci anni necessari per tornare a casa, dopo i dieci trascorsi a combattere una guerra non sua: a quanti accaduto qualcosa di simile? E quanto abbiamo sofferto, quanti compagni abbiamo perduto, quante volte abbiamo fatto naufragio, prima di capire che l'unica cura per l'invincibile nostalgia di futuro che ci affliggeva era tornare nella nostra Itaca, non quella del passato ma quella ancora da fare rimanendo fedeli al nostro destino? Alessandro D'Avenia ripercorre i ventiquattro canti del poema come un'arte di vivere, e lo fa risplendere di tutta la sua luce. Ci accompagna attraverso l'opera come studioso di Lettere classiche che l'ha eletta a suo principale ambito d'interesse, come insegnante che da anni ne promuove la lettura integrale ad alta voce, come intellettuale abilissimo nell'interpretare lo spirito del tempo. E nel raccontarci le peripezie di Ulisse vi ritrova la propria esperienza personale e il percorso di ogni uomo verso il proprio originale compimento esistenziale. Se abbiamo perso la gioia della nostra odissea, rileggere l'Odissea il modo migliore per "fare ritorno". Allora resistere non rimanere fermi, ma ri-esistere: nascere. Questa l'arte di essere mortali.