Un diario dei viaggi che, a cammello o a dorso di mulo, a piedi o in spesso fatiscenti Land Rover, l'autore ha compiuto nel Sahara in un arco di tempo di oltre trent'anni. JT Ma il libro è anche un'ininterrotta esplorazione alla ricerca delle infinite leggende, magiche e incantate, del Sahara - dove "svanisce il confine tra sogno e realtà" - e alla coperta della storia, spesso oscura e misconosciuta, delle grandi civiltà del deserto, dei suoi favolosi imperi e regni perduti. Dagli opulenti Imperi del Bilad-as-Sudan alle civiltà nomadi - come quelle dei Tuareg, i Principi del Sahara, o degli Chamba, Il Vento del Deserto, o dei Tebu, il Popolo pipistrello - sino alle misteriose capitali dei Faraoni Neri dimenticate e semiaffogate nelle sabbie dei deserti di Nubia. Ma forse, in fondo, questo è soprattutto il diario di un ininterrotto pellegrinaggio nella dimensione mistica e spirituale del grande deserto, dove i ricordi dei viaggi compiuti dall'autore tra le sabbie sahariane si intrecciano, si accavallano, si confondono, e infine si fondono, con i ricordi di altri tipi di viaggio: quelli costituiti dalle instancabili peregrinazioni compiute dall'autore tra le più grandi opere di tutti i tempi scritte sul deserto. Un affresco corale sul Sahara, un racconto a più voci, cui, attraverso le citazioni dei loro scritti, partecipano tutti i più grandi esploratori, viaggiatori, avventurieri, saggisti, studiosi o semplici viaggiatori e romanzieri sahariani.