In queste storie Giorgio Moscatelli ripercorre momenti della sua vita che hanno incrociato gli eventi più significativi della Storia degli ultimi quaranta anni. Con toni lievi, con ironia e autoironia, racconta situazioni drammatiche o emozionanti vissute da inviato speciale dei telegiornali della Rai, trasformandoci in lettori partecipi. Attraverso l'obiettivo della telecamera, con occhi turbati, ci parla delle migliaia di morti del terremoto dell'Irpinia; del suo avventuroso viaggio aereo in Angola, una delle tante guerre dimenticate; dell'importanza del calcio italiano in una Beirut semidistrutta dai bombardamenti; dei momenti bizzarri con Papa Paolo VI; di un incontro curioso sul fiume Giordano; della terribile siccità che ha mietuto migliaia di vittime in Etiopia; del suono lamentoso delle sirene d'allarme durante la guerra del Golfo; della felicità tra la popolazione alla liberazione di Kuwait City, dell'angoscia per due fidanzati uccisi dai cecchini a Sarajevo. Ci emoziona con Imagine di John Lennon mentre cade il muro di Berlino, tra gli applausi e le lacrime di tutto il mondo; ci lascia con il fiato sospeso nell'esplorazione dei cunicoli di Cu Chi non lontano da Saigon o nel penetrare in una miniera di carbone a Novokuznetsk in Siberia; ci inquieta con la tragedia di Chernobyl.
Santità faccia finta di pregare. Racconti di un inviato
bianca tonetto - 23/01/2022 14:14
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Racconti di un inviato: il sottotitolo potrebbe trarre in inganno, decisamente. Santità faccia finta di pregare, di Giorgio Moscatelli, non è labituale racconto di un reporter di guerra: è un racconto che, dopo lattraversamento di catastrofi umane, lascia spazio a una grande vena di ironia, tratto saliente del suo autore. Moscatelli, attraverso gli aneddoti di una vita da semplice cineoperatore prima per arrivare a redattore cineoperatore poi, dunque giornalista, traccia un sommario di guerre ed esperienze di vita. È la vita che scorre su queste pagine, quella vita che affiora silenziosa e pulsante nelle battute impreviste che concludono ogni vicenda, come fulmen in clausola che sovverte ogni sentimento. E un libro che dà forti emozioni, non da ultima quella di sentire narrate le vicende che hanno accompagnato quelle riprese che rimarranno indelebili nella nostra mente, che ci hanno permesso di conoscere il mondo in quel modo così personale: Golda Meir; il terremoto in Irpinia con il cinismo del telegiornale; il tragico spettacolo di Beirut; le immagini di Azzurra che solcava i mari con le vele spiegate; laereo di Sigonella o le operazioni di Desert Storm; le case alluvionate del Polesine; il ricordo di Sarajevo, ironicamente commentato dallo show di Carmen Russo; la tragedia di Chernobyl. Non, dunque, la solita lettura di un viaggio da reporter, ma tanta umanità e soprattutto realtà, che accompagna e condisce una profonda riflessione sul senso del giornalismo oggi e sulla notizia in sé, perché, come dice Moscatelli, [] ogni giorno ci vuole una notizia fresca, nuove vicende da raccontare per battere la concorrenza. Ma il vero giornalista è anche colui che sa dire basta, colui che umanamente ha voglia di una pausa e di tornare a casa.
bianca tonetto - 23/01/2022 14:14