Il libro è un lungo racconto di arte e sull'arte, ma è anche un racconto di vite, di esperienze, di sentimenti, di un solidale dialogo tra l'autore e gli artisti ("Non riesco quasi più a scrivere che su coloro che mi camminano a fianco, di cui posso vedere il pianto o il sorriso, l'espressione degli occhi..."). Prescindendo dalle più tradizionali categorie di genere, movimento, corrente, Marco Goldin segue un suo personale percorso, entro il quale svolgere e riavvolgere il filo che tiene uniti pittori di diverse generazioni accomunati nell'aver espresso e nell'esprimere, attraverso la loro opera, il tempo nel quale viviamo.