Amani è nata in Siria ma è cresciuta in Italia. Quando compie sedici anni, con una scusa, la madre la porta nel suo paese di origine per qualche giorno. Dopo i primi entusiasmi per un mondo diverso e affascinante, ricco di profumi e sapori nuovi, Amani scopre di essere stata in realtà fidanzata a un cugino, mai conosciuto e mai amato. Le dicono che in Italia non tornerà più. Amani si ribella a quel fidanzamento e a quell'uomo, pagando un prezzo molto alto, in una realtà dura e violenta dove le donne non sono che oggetti sotto la tutela dei maschi. Lontana dalle sue amiche e da Andrea, il suo ragazzo, Amani resisterà e lotterà fino a riprendersi la sua vita.
La nostra recensione
La recente nomina della ministra di origini congolesi ha riportato più che mai d’attualità il problema dell’integrazione fra mondi diversi, di cui questa autobiografia è una drammatica testimonianza. Amani, nata in Siria nel 1990, ha però vissuto e studiato a Bassano del Grappa; a sedici anni si è innamorata di un ragazzo italiano, suscitando la disapprovazione della famiglia, che con la scusa di farle rinnovare il passaporto l’ha riportata nel villaggio siriano d’origine. L’approdo a un mondo totalmente diverso, in cui le donne vivono segregate ma legate fra loro da consuetudini e riti ancestrali esercita dapprima il suo fascino esotico sulla ragazza, ma quando si accorge di essere caduta in potere alla famiglia paterna, che l’ha fidanzata a un cugino ostile e prepotente, precipita in un incubo. Di pagina in pagina il cerchio si stringe intorno a lei, che mette in atto tutte le sue astuzie per sfuggire a quel destino, ma a poco a poco perde ogni speranza e si lascia andare. Cruciale il ruolo della madre che, dapprima decisa a reinserire la figlia nelle tradizioni del villaggio e della famiglia, si rende conto che Amani ormai è indissolubilmente legata alla sua vita italiana, e accetta la sua scelta, riportandola a Bassano del Grappa e al giovane Andrea che l’ha aspettata per più di un anno. Daniela Pizzagalli