Sul finire della guerra civile spagnola le truppe repubblicane si dirigono verso la frontiera francese. Al loro interno matura la decisione di fucilare un gruppo di franchisti. In un bosco si consuma la fucilazione collettiva. Tra i prigionieri c'è Rafael Sanchez Mazas, fondatore e ideologo della Falange, uno dei responsabili diretti del conflitto fraticida, che riesce però a sfuggire e salvarsi. Inseguito, viene scoperto e riconosciuto da un miliziano che, all'ultimo momento, decide di risparmiarlo. "Soldati di Salamina" presenta al tempo stesso una dettagliata ricostruzione storica e la scoperta di un eroe dimenticato.
Un libro su un libro. Una storia apparentemente irrilevante che ad un'analisi superficiale può sembrare essere stata scelta dall'autore solo per far notizia e trovare la fama attraverso una polemica tra critici accusantisi l'un l'altro di revisionismo.
Ma poi, alla fine, quelle pagine.
Così struggenti. La confessione di un uomo normale, che sa di non essere un grande scrittore ma che lo diventa nel momento in cui riesce a fissare su carta le ragioni per cui ha scritto.
Soldati di Salamina
Fedinando Cortese - 26/03/2002 21:46
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Chi è il vero protagonista del racconto?
Non certo Sanchez Mazas la cui storia è raccontata in maniera fredda e senza partecipazione. Né Mirailles la cui storia pretende di contrapporsi sull'altro versante politico a quella del falangista della prima ora.
Forse il vero protagonista è l'Autore stesso alla disperata ricerca di un pò di successo come scrittore niente di meno di romanzi: tanta mediocrità esibita così spudoratamente e così esaltata da parte dei critici di destra e di sinistra(?)e da uno scrittore, che non conosco ma che so molto conosciuto, quale Mario Vargas LLosa.
Il libro non trasmette né emozioni né riflessioni etiche sui personaggi e sul periodo della guerra civile di Spagna e ha tradito le mie aspettative.
Fabio Manfredi - 10/06/2002 09:24
Fedinando Cortese - 26/03/2002 21:46