Cosa accade quando Vincenzo Malinconico, re dei rimuginatori, si perde definitivamente nel rimuginio? Se sei uno che prende sul serio i pensieri, che fa continuamente bilanci su quello che fa, anche mentre lo fa, ti basta un niente per lanciarti nelle domande più peregrine, quali: le emozioni che proviamo nell'ascoltare le canzoni che amiamo sono vere? Proviamo davvero quello che sentiamo? Cos'è quel piccolo freddo che ci assale dopo aver visto un film che ci ha commosso il cuore e il cervello? E da dove nasce il desiderio improvviso di prendersi un cane? E perché davanti a una notizia di malasanità ci monta dentro un'indignazione democratica, anche se l'ultima volta che siamo scesi in piazza è stato per aggiungere un grattino alla macchina? Nei tentativi di analisi amorose fai-da-te per ricomporre il senso di una storia finita, nelle recensioni estemporanee di brani, eventi, persone, nella ricerca vaga di un centro di gravita - anche se non è permanente va bene lo stesso -, le riflessioni prendono corpo in un libro agile dove la scrittura si palesa al lettore in una delle sue versioni più artigianali ed efficaci: quella di strumento per capire come la pensiamo sulle cose.
La nostra recensione
Logorroico, reticente, provocatore e bugiardo: Vincenzo Malinconico è il peggiore paziente che uno psicoterapeuta possa desiderare. Non fosse altro perché Malinconico, appunto, di essere paziente proprio non è capace. E allora si nasconde dietro ad aforismi, teoremi e variazioni a vanvera sul tema dell'amore, fantasticherie spiazzanti che dipingono il suo punto di vista caustico e impietoso sul mondo. Pensieri in ordine sparso capaci di prendere vita da qualunque spunto, che si tratti della nostalgia per la Girella o della musica leggera anni Settanta. Una sorta di analisi fai da te, che cattura e fa sorridere, mentre si corre dietro ai pensieri di Malinconico e alla sue domande peregrine sulla vita cercando di raccogliere gli indizi per capire quale sia il suo vero problema. Perché Vincenzo Malinconico sta male e non vuole ammetterlo nemmeno con se stesso, cerca di nasconderlo a tutti, perfino al suo psicologo. Dopo Non avevo capito niente e Mia suocera beve, Diego de Silva, ci regala il terzo episodio narrativo con protagonista l'avvocato napoletano Vincenzo Malinconico, componendo un romanzo frenetico costituito da brevi frammenti, acuti e brillanti che rapiscono il lettore per condurlo all'interno della sua disarmante e bizzarra versione del mondo. Athena Barbera