Il romanzo racconta i destini degli ultimi rappresentanti di una famiglia oligarchica decaduta nella Buenos Aires peronista degli anni Cinquanta, intercalati con la tragica storia dei seguaci del generale Lavalle, che da sconfitti trasportarono il cadavere del loro comandante fino in Bolivia nel 1841. Da un lato, la cronaca di un amore, quello fra il malinconico Martino e la misteriosa Alessandra, una relazione intensa e tormentata, con l'algida diciottenne incapace di sottrarsi a un atroce destino: la predisposizione genetica della sua famiglia alla pazzia. Dall'altro l'atmosfera nella quale si dibattono gli altri protagonisti: con le ossessioni paranoiche del padre di Alessandra che racconta (un vero e proprio romanzo nel romanzo) di un'implacabile setta di ciechi che governerebbe il mondo e le speranze di Bruno (il confidente dei due innamorati, nonché alter ego di Sabato).
Questa grande, inquietante e misteriosa avventura vagheggiata da Bataille, è la stessa che Sabàto (come surrealista),ci fa vivere attraverso questo romanzo.
Un romanzo? No, troppo riduttiva come definizione.
Questo libro è poesia, filosofia, storia, è un tutto continuamente rimescolato, miscelato, confuso. Leggere questo testo ti porta inevitabilmente alla messa in discussione di tutte le proprie certezze, quelle stesse sicurezze sulle quali ancoriamo la nostra vita da secoli. Perché inevitabilmente parola dopo parola, concetto dopo concetto, ti rendi conto solo alla fine, che Sabàto magistralmente ti ha fatto compiere un viaggio a ritroso verso l'inconoscibile primordiale, verso l'oscurità delle materia âinformeâ ,ci ha condotto fin dentro le fogne,ci ha fatto immergere nei liquami tra i rifiuti prodotti dall'uomo stesso, per approdare negli anfratti più oscuri delle caverne, luoghi ove la ragione non può primeggiare più. Perché sono luoghi âdell'indistintoâ dove tutto si mescola:
pag 465 il cielo e l'inferno, il bene e il male, la carne e lo spirito
Leggere questo romanzo significa dunque avere il coraggio di mettere da parte la ragione, e dare spazio ai sensi ai sentimenti.
Solo,in questa disposizione d'animo, possiamo comprendere che gli eroi di oggi non possono più identificarsi con i combattenti del passato, coloro che impavidamente affrontavano la morte in nome della libertà per il proprio paese.
No, niente di tutto questo, oggi gli eroi sono âalla rovesciaâ sono coloro che:
come me, fossero destinati al compito infernale di dar conto di quella realtà
Gli eroi del passato morivano per una ideale,gli eroi di di oggi muoiono perché non hanno più niente in cui credere. Così che la loro vita non è altro che âUna lunga e disperata traversata attraverso un implacabile e infinito desertoâ.
Se mentre prima i Grandi eroi lottavano e morivano in nome di una patria unita, quella stessa patria l'Argentina, considerata una âmatriaâ , perché come una madre ti faceva sentire al sicuro e protetto, ti riscaldava nei momenti di solitudine, ora su quella patria, incombe sempre la disgrazia, in quanto:
non abbiamo finito di creare una nazione quando il mondo che l'ha originata ha cominciato a scricchiolare e poi a crollareâ¿..
Gli eroi di oggi si sentono orfani, non hanno più una madre in grado di accoglierli in un caloroso abbraccio Ma nel rovescio di questo oscuro e torbido gioco, anche le madri non hanno più i loro figli, glieli hanno strappati via con la forza, dispersi chissà dove, torturati e ammazzati.
Ma quelle madri non si arrendono e ancora oggi, con la sola forza della disperazione si riuniscono in PLaça de Mayo, agitando le braccia per dimostrare che non hanno perso la speranza di riabbracciare i propri figli. Quegli stessi figli che l'irrazionalità ha fatto sparire, e che ora invece le fa sperare ancora, ancora e ancoraâ¿.!!!!
Sopra eroi e tombe
Anonimo - 04/09/2011 15:02
4/
5
Un libro bellissimo, epico, di atmosfera. Imperdibile.
Anonimo - 03/03/2012 16:51
Anonimo - 04/09/2011 15:02
Anonimo - 07/08/2011 17:37