Come fare una progettazione didattica che coinvolga tutt* in un percorso unico ma non uniformante? Come è possibile riconoscere e nominare le marginalità e vulnerabilità senza etichettare e stigmatizzare? Come assicurare sostegni a chi rischia di non riuscire a scuola senza isolare e delegare? Nella complessità dei processi dell'educazione inclusiva per tutt* cerchiamo di far dialogare il valore della normalità e quello della specialità perché si rafforzino e correggano a vicenda.
Specialità e normalità? Affrontare il dilemma per una scuola equa e inclusiva per tutt*
gabrife82gmailcom - 28/08/2023 11:30
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La strana inclusione.
Ma come si fa a scrivere come esperti di "inclusione" sottolineando il riconoscimento e la valorizzazione delle "differenze", ma adottando un linguaggio che le annulla di fatto? Un testo pieno di parole "pseudo-neutralizzanti" (o cosa?) le differenze di genere, considerate proprio tra quelle da preservare. Per non parlare dell'illeggibilità delle frasi piene di "e" capovolte nei sostantivi e negli articoli. Come psicologa e insegnante di sostegno nutro delusione e vergogna. C'è da auspicarsi che i ragazzi di oggi ci perdonino e salvino la loro identità e cultura, nonostante tutto. "Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali", diceva ed esprimeva nei fatti il compianto Don Lorenzo Milani (altro che e capovolta uguale per tutti!).
gabrife82gmailcom - 28/08/2023 11:30