Per tutta la vita Michela ha creduto di essere dalla parte giusta: contro i fascisti. Fin quando scopre una vecchia teca piena di tessere e medaglie del Ventennio di suo nonno, fascista convinto della prima ora, e il mondo che ha sempre avversato diventa più vicino e familiare di quanto abbia mai pensato. Da qui Michela inizia a interrogarsi: quanto le è stato taciuto? Quanto ha finto lei stessa di non vedere? Seguendo la storia della sua famiglia, dal nonno Arturo al nipotino Jacopo, l'autrice ridisegna il percorso che l'ha resa la donna che è oggi, tra dubbi e riflessioni: il rapporto complicato con la maternità, il legame tra sangue, eredità, memoria personale e collettiva. Un romanzo in cui le pagine più controverse della storia del nostro Paese si intrecciano con quelle più intime della storia personale e familiare. Un autoritratto schietto e incalzante che fotografa sullo sfondo quell'Italia che ancora non ha fatto completamente i conti con il proprio passato.
Non conoscevo questa autrice, quasi mia coetanea, mi sono ritrovata nelle atmosfere che racconta quando parla del suo passato. L'autrice ricostruisce la storia della sua famiglia in modo obiettivo, documentato e mentre lo fa rende il lettore partecipe delle sue sensazioni, nel bene e nel male. Libro scritto molto bene, penso che leggerò altro della Marzano, è un piacere leggere cosa ha da raccontare...
Martina Spinaci - 30/01/2024 17:19