Se dal nulla spuntasse un giustiziere pronto a rappresentare tutto il male del mondo pur di riportarlo sulla retta via; se un solo uomo potesse per un solo momento incarnare la giustizia dura, implacabile; se una sola anima ed un solo corpo potessero impersonare la volontà di una nazione stufa dei propri politici, dell'incoerenza della legge, dell'insicurezza totale, come lo accoglierebbe l'intero mondo? Se quest'uomo decidesse della vita, della morte, della libertà e della pace del pianeta senza rendere conto a nessuno, in modo completamente soggettivo e razionale, come lo giudicherebbe la società? E come giudicherebbe se stesso? Un thriller storico ben congeniato, complesso, che vi farà piombare nell'oscurità più nera, cercando una luce lontana chiamata utopia. Un enigma che carpirà i vostri desideri e le vostre paure, finché voi stessi non sarete posti dinnanzi alla grande domanda: meglio vivere da lupi o morire da pecore?
Un giovane autore a soli 19 anni scrive una storia inquietante e pulp, su un substrato di fantapolitica: in una società in cui per piccoli reati si viene condannati a morte, un giustiziere uccide sadicamente i boia, uno ad uno. Da una rivoluzione da lui voluta e provocata, nascerà un altro stato con a capo la sua donna, ma presto anche questo si rivelerà dittatoriale e un giustiziere dovrà entrare di nuovo in azione.
Barocco e forse troppo ricco nella scrittura, saggio nei commenti.
Sandra Rebecchi - 31/08/2015 15:42