"Per molto tempo le donne sono state lasciate nell'ombra della storia. Poi hanno cominciato a uscirne, grazie anche allo sviluppo dell'antropologia, all'attenzione dedicata al tema della famiglia, all'affermarsi della storia delle "mentalità", che punta sul quotidiano, il privato, l'individuale. Soprattutto, è stato il movimento delle donne a portarle sul proscenio della storia, ponendo alcuni interrogativi sul loro passato e sul loro futuro. E le donne hanno avviato, dentro e fuori l'università, la ricerca sulle loro antenate, per comprendere le radici del dominio subìto e il significato dei rapporti tra i sessi attraverso il tempo e lo spazio. "Di questo, infatti, si tratta. Il titolo 'Storia delle donne' ha una indubbia capacità evocativa. Ma occorre guardarsi bene dal credere che le donne siano oggetto di storia in quanto tali. E' il loro posto nella società, la loro 'condizione', i loro ruoli e il loro potere, il loro silenzio e la loro parola che intendiamo comprendere. E' la varietà delle rappresentazioni della donna - di volta in volta Dea, Madonna, Strega... - che vogliamo cogliere nella permanenza e nelle trasformazioni".