Nella Londra di inizio Novecento approda José Altamirano, in fuga dalla sua patria, una Colombia tragicamente segnata dagli eventi, e tormentato da un orribile segreto. Sebbene abbia già alle spalle una vita avventurosa e itinerante, il caso sembra avergli riservato un'altra grande sorpresa: l'incontro con il famoso romanziere Joseph Conrad. In vena di confidenze personali il primo, in cerca di idee per un nuovo romanzo l'altro, i due transfughi danno vita a un proficuo scambio che durerà il tempo di una notte ma che lascerà al protagonista la sensazione allucinante di aver perduto per sempre la propria vita. In perfetto equilibrio tra storia e avventura, finzione e realtà, tragedia e farsa, crudeltà e tenerezza, Vàsquez ci narra l'epopea di un paese e la rivoluzione che porta all'indipendenza Panama e il suo Canale. Un intreccio di storia del singolo individuo e di Grande Storia, quella che può rovesciare i destini di interi popoli e cambiare le coordinate di un continente e il cuore di un uomo.
La nostra recensione
Come nella migliore tradizione sudamericana, raccontare un libro che ne parla è sempre un'impresa. Scriverlo deve essere un'impresa. Leggerlo, per certi versi, risulta anch'esso un'impresa. Tutte imprese titaniche. Sì, perché necessita grande attenzione seguire gli sviluppi di un tale libro, entrare nelle atmosfere, abituarsi al caldo tropicale, umido, che inzuppa vestiti e pensieri, capire i personaggi e le loro personalità. Non pochi personaggi. Non lo sono mai: in un libro latinoamericano ci sono sempre grandi famiglie, legami improbabili, storie tragicomiche, politica di fondo e grandi eventi storici. Isabel Allende, Jorge Amado e Gabriel Garcia Márquez insegnano.
Qui Juan Gabriel Vásquez, terza generazione della letteratura latinoamericana, coinvolge il lettore nella separazione in due dell'America grazie al Canale di Panama.
La storia inizia dal febbraio 1820 e il luogo è "Santa Fe de Bogotá, in seguito chiamata Santa Fe o Bogotá o anche Quella Merda di Posto, (...), nella Repubblica di Colombia, che più tardi si chiamerà Nueva Granada o Stati Uniti di Colombia e anche Quella Merda di Posto". La voce narrante di questo diario, che più altro è la confessione di una vita dolorosa, è quella di José Altamirano, figlio di Miguel Altamirano. Il padre viene definito come "un'attivista, idealista, ottimista, più che liberale, radicale, anticlericale". Sarà questa complessa figura a guidarci nella costruzione del Canale interoceanico, il cui progetto viene approvato nel 1878, senza esitazione dei rappresentanti grazie alla credibilità attribuitogli dalla presenza dell'eroica figura di Ferdinando Lesseps, artefice del Suez. Al figlio, invece, spetta il compito, non facile, di condurci attraverso la storia di un paese in trasformazione: la Guerra dei Mille Giorni aveva distrutto la sua vita (se una vita possedeva) e le sue certezze (se mai ne avesse avute). Quando il dolore è così lancinante da far perdere la ragione e il contatto con la realtà, la Guerra lo richiama all'ordine: in Colombia accadono cose ben più importanti della sua felicità frustrata. La storia del suo Paese lo mette in fuga. E a Londra si imbatte per una sola notte con la figura di Józef Teodor Konrad Korzeniowski, meglio conosciuto come Joseph Conrad. "Lì seppi dove era il mio posto nel mondo". Un salotto. Tre uomini. Un racconto. Anzi uno sfogo. /
Valeria Merlini