"Sul ciglio dell'infinito (La vita tra sogno e realtà)" di Valerio Eufrate è un romanzo che nasce tra le dinamiche di un mondo che sembra ripetersi ciclicamente, pur nelle sue sconvolgenti varianti. E un'opera che trae linfa da un'attenta riflessione dei percorsi interiori che quotidianamente dobbiamo intraprendere, che ci piaccia o no, in vista della sopravvivenza dell'animo e della psiche, costantemente messi alla prova dalle circostanze e dalle sfide di un mondo spesso non facile, ancor più frequentemente crudele. La percezione delle proprie nevrosi, come le definisce l'autore stesso, è il primo passo verso una narrativa che seppur non (probabilmente) autobiografia, per stessa ammissione dell'autore, diventa tuttavia estemporaneità dell'essere, con tutta la consapevolezza e veridicità che dunque le possono, in ogni caso, appartenere, rendendo la scrittura intensa e particolarmente coinvolgente.