COLLA CARTA POLITICO-ETNOGRAFICA DELLA NUOVA EUROPA
DAL LIBRO: L'idea di fermare un vincolo federativo perpetuo fra' popoli di medesima stirpe, onde addivenire alla comune tutela e all'affratellamento dell'umana famiglia, non è cosa nuova per certo, avendo essa accarezzato la mente de' più insigni pensatori, filosofi e filantropi.
Non sia dunque alcuno che prenda ammirazione se una tanta idea anche a Giuseppe Garibaldi sorrise: da ch'egli tiene per costante che se v'è famiglia quaggiù cui una federazion perfetta possa e debba tornare necessaria e proficua - vuoi per la sicurtà del territorio attuale, vuoi per la rivendicazione di quello usurpato - ell'è al postutto la famiglia Romana, cui egli agogna militante in prima fila pel gran principio dell'unificazione nazionale, pronubo di quella universale.
Conseguentemente egli presentiva, col suo forte intuito divinatorio, i destini d'Italia immedesimati con quelli dell'altra gente Romana, da poi ch'è rotto l'equilibrio proprio nel cuor dell'Europa, e ad esso sostituita una gemina preponderanza fatale alla gente Romana, fatale alla gente Slava.
«Donde Francia mutila - Italia incompleta - monca la Spagna - la Romania amputata: - e, fra' minori stati, incalzata la Danimarca - l'Olanda affogata - il Belgio minacciato e la Svizzera stretta dalla Germania irruente.»