Il volume ripercorre la storia del tatuaggio in Italia e l'evolversi di una espressione artistica che ha vissuto nella sua storia momenti di grande fortuna e altri di vita clandestina, coinvolgendo ambiti sia sacri che profani: una tradizione antica - qui testimoniata dai tatuaggi terapeutici di Ötzi, il cui corpo mummificato è stato ritrovato sulle Alpi a più di 5000 anni dalla sua morte - che riemerge nella civiltà cristiana del Medioevo, per diffondersi in età più recente nel linguaggio comunicativo degli ambienti malavitosi, illustrato dalle rudi immagini di corpi istoriati dei carcerati. Il racconto si avvale di una ricca documentazione di foto, strumenti, stampe e disegni inediti provenienti da raccolte museali di diversa formazione, come il Museo archeologico dell'Alto Adige dedicato al ritrovamento dell'"Uomo venuto dal ghiaccio", il Museo di antropologia criminale "Cesare Lombroso" dell'Università di Torino, il Museo delle arti e tradizioni popolari di Roma, fino alle collezioni private del Queequeg Tattoo Studio & Museo di Gian Maurizio Fercioni a Milano e dell'ArtTattoo Studio di Marco Pisa a Bologna. Prefazione di Guido Guerzoni e introduzione di Nicolai Lilin.