Quando Paolo VI scriveva nel 1967 l'enciclica sullo sviluppo dei popoli, Populorum progressio, non esisteva alcuna teologia del Terzo Mondo. Oggi il panorama della teologia cristiana è profondamente mutato. Calando il vangelo nel contesto di una lotta per la sopravvivenza e la dignità, le chiese dei Terzi Mondi hanno elaborato nuove riflessioni che scuotono le idee tradizionali e ravvivano la fede cristiana. La teologia va messa più che mai al plurale, plurale delle culture e plurale dei continenti. Dio ama la polifonia, e la chiesa di Cristo comincia veramente a diventare una chiesa mondiale. Questo libro pone appunto in evidenza la planetarizzazione della teologia presentandone cinque grandi orientamenti: la teologia latino-americana che si schiera dalla parte dei poveri, la teologia nera americana con i suoi famosi negro spirituals, la teologia nera sudafricana alle prese con l'apartheid, la teologia africana che si preoccupa dell'inculturazione e la teologia asiatica che tenta un dialogo con le grandi religioni mondiali. Un compito vasto che punta a cogliere l'essenziale; un documento unico per capire le tracce del cammino di Dio nel nostro mondo. Ora che il centro della cristianità si sposta verso il Sud del pianeta Terra, la teologia cristiana assume l'accento meridionale. Essa si arricchisce di nuove pratiche e di nuovi incontri. Soprattutto riscopre il legame decisivo fra l'impegno liberatore e la contemplazione orante.