Madison Square Garden, 5 agosto 2010. Sul palco calcato da Frank Sinatra, Led Zeppelin, Queen e dove John Lennon tenne il suo ultimo concerto insieme a sir Elton John, c'è un numeroso gruppo di canadesi, gli Arcade Fire, che lanciano il loro ultimo lavoro, "The Suburbs", in live streaming su Youtube con la regia dell'ex Monty Python Terry Gilliam.
Alle spalle solo due album capaci di scagliarli nel firmamento dello showbiz alla velocità della luce, tanto che gli U2 aprono il Vertigo tour con la loro "Wake Up", Peter Gabriel mette una cover di "My Body Is A Cage" nel suo ultimo album e Chris Martin li definisce come miglior band del mondo.
A questo punto qualsiasi band ha solo una possibilità: mantenere le promesse e piazzare un disco che faccia impallidire i precedenti; eppure Butler e soci, fin dal titolo, decidono di fermarsi nei sobborghi, le luci della big city sono a portata di mano, ma non troppo; il loro è un lavoro decisamente studiato, la voce più pulita, agli arrangiamenti viene dato un taglio più pop, solo i testi mantengono la loro forza; questo album farà storcere il naso ai loro seguaci più accaniti, ma gli Arcade Fire sanno di dover parlare ad un pubblico decisamente più vasto ed eterogeneo.
Ecco ciò che differenzia i grandi artisti da tutti gli altri, la loro capacità di cambiare, lasciando la strada sicura verso qualcosa d'altro (come insegnano i mille personaggi di David Bowie). Non sarà all'altezza di Funeral e Neon Bible, i sette di Montreal sono i primi ad esserne consci, ma questo giro in periferia è solo il preludio di un successo mondiale.