"Un amore di Swann" (1913) è una sorta di "romanzo nel romanzo": si inserisce come un lungo flash back nella prima delle sette parti diAlla ricerca del tempo perduto, rievocando la passione travolgente, dolorosa ed esclusiva di Charles Swann - alter ego dell'io narrante - per la bella Odette de Crécy, enigmatica demi-mondaine, sospesa tra pretese di raffinatezza e freddo opportunismo. Fine esteta, al tempo stesso seducente e sterile, Swann sposa Odette quando ormai non l'ama più. Maestro dell'introspezione psicologica, Proust disegna la parabola del loro tormentato rapporto dalla cieca infatuazione al graduale spegnimento, facendo di questo amore la storia paradigmatica di qualsiasi amore. Vero o presunto che sia, perché, come osserva il filosofo Ortega y Gasset, in questo excursus «c'è dentro di tutto: punti di sensualità calda, pigmenti paonazzi di sospetto, grigi di abitudine, chiari di stanchezza vitale. L'unica cosa che non c'è è l'amore».
Il mistero dell'innamoramento, con tutti gli annessi e connessi (trepidazione, gelosia, attesa...) affidato alla penna raffinata e ipersensibile di Marcel Proust.
Al centro di questa sezione del primo libro della Recherche vi è la vicenda di Swann, uomo colto e intelligente, che, inaspettatamente, perde il lume della ragione per la fatua e dozzinale Odette de Crécy, e, dapprima inconsapevolmente sedotto, arriva poi ad essere completamente vinto dalla propria passione, esponendosi così a tutta l'intera gamma delle pene d'amore, dal preciso momento in cui l'immagine di Odette "divenuto il corpo della donna amata, sarebbe stato il solo ormai che gli avrebbe potuto causare gioie e tormenti".
E quando chi appartiene al suo ambiente raffinato si stupisce che un uomo della sua intelligenza possa ridursi a un tale stato di sofferenza per una donna del genere "che non è nemmeno interessante, perchè dicono che sia idiota", il Narratore commenta che soltanto chi non è innamorato può esprimere una considerazione di tal fatta, poichè "all'incirca è come stupire che ci si degni di soffrire del colera per opera di un essere così piccolo come il bacillo virgola".
L'amore, insomma, è un'insidiosa affezione patologica.
Grande Marcel.
gabriella messidor - 30/05/2013 16:14