«Dove porterete la mia bambina?» chiese Lilibeth alzando la voce. «Come riuscirò a trovarla?»«Avrà una buona casa» rispose la donna con fermezza;ormai era lei a comandare. «Mi creda, è meglio così. Orapotete dirvi addio.»Lilibeth esitò per una frazione di secondo, poi strinse la figlia al petto sottile. «Perdonami» mormorò tra i capelli di Violet. Agli inizi del Novecento intere folle di bambini vivevanodi carità, piccoli furti e altri espedienti per le strade di New York. Nacquero in quegli anni, per iniziativa di un giovane pastore protestante, i cosiddetti Treni degli orfani: decine di migliaia di bambini - abbandonati, senzatetto, vittime della povertà o della negligenza dei genitori - salirono sui treni diretti a ovest, per essere adottati da nuove famiglie cristiane dell'America rurale. Nessuno di loro conosceva la propria destinazione. Ogni possibile provvedimento fu preso affinché le famiglie d'origine non potessero mai più rintracciarli.Un treno pieno di vento prende le mosse da un capitolo drammatico della storia americana per raccontare le vite intrecciate di tre donne indimenticabili. Svelando la trama preziosa che unisce e dà un senso alle generazioni.
Libro deludente e superficiale. L'argomento fa correre a leggerlo, ma sono stati inseriti troppi temi importanti, di cui neanche uno viene approfondito. Poche pagine per un intreccio simile, per di più piene di fatterelli quotidiani inutili e noiosi, a scapito della sostanza che il lettore attende e non trova. Non c'è un vero finale. Viene voglia di riscriverlo tutto facendone un tomo di 500 pagine, che entrino davvero nella vicenda e le diano un senso compiuto, con una ricostruzione storica tangibile, che invece qui non c'è. Mi chiedo con che criterio sia stato scelto da una casa editrice importante.
Claudia Graziani - 27/02/2016 13:37