Per la seconda volta, la Fondazione Antonio Mazzotta ha la possibilità di presentare al pubblico un'importante sezione dei dipinti di Wassily Kandinsky, provenienti dalla Galleria di Stato Tret'jakov e da vari altri musei russi, integrati con opere giunte anche dalla Fondazione Thyssen-Bornemisza, dalla Peggy Guggenheim Collection, dalla Stadtische Galerie im Lenbachhaus, nonché da collezioni private. La presenza di "Composizione VII", riconosciuta unanimemente dagli studiosi come l'opera più importante dell'artista, acme del periodo espressionista, già da sola dà significato alla mostra, in quanto questo capolavoro non era mai stato finora mostrato in Italia. A far da "cornice" a "Composizione VII" sono presenti non solo altri splendidi dipinti di Kandinsky da lui donati allo Stato durante il suo ritorno in Russia, ma anche una serie di testimonianze della cultura artistica russa, del passato più volte evocato da Kandinsky e della contemporaneità, ossia di quegli artisti che con lui furono in relazione d'amicizia, oppure in aspra opposizione. Il confronto tra queste voci, sicuramente discordi tra loro ma tutte egualmente affascinanti, risponde a quel periodo estetico teorizzato da Kandinsky nel suo libro "Lo spirituale nell'arte": "La nostra armonia è fondata su contrasti e contraddizioni".