"L'accusa del sangue", quella che attribuisce agli ebrei l'uso di commettere omicidi rituali, è stata per secoli una delle armi più micidiali dell'arsenale mitologico antisemita. Anticipata nell'età tardoantica, elaborata nel corso del Medioevo, sfruttata in Spagna per agevolare l'espulsione degli ebrei nel 1492, l'accusa del sangue fu poi accreditata da Lutero, utilizzata nella Confederazione Polacca della Controriforma, rilanciata dalla Chiesa cattolica sotto Leone XIII, diffusa dai movimenti antisemiti europei e adottata dalla Russia zarista. Per essere infine ripresa dai nazisti nel corso dell'attuazione della Soluzione Finale e utilizzata in Polonia per fomentare i massacri contro i sopravvissuti della Shoah nel 1946. Il libro presenta una ricostruzione complessiva e analitica della storia di quest'accusa, spesso intrecciata a diversi snodi televisivi della storia europea, che permette di osservarne sotto una luce nuova la genesi e l'evoluzione, e di comprendere le ragioni profonde della sua fortuna, del suo apogeo e del suo declino.