Giunto alla consapevolezza della necessità di nuovi strumenti, di nuove metodologie che recuperino il senso dell'agire sportivo o dell'educare, in questo saggio l'autore propone e applica il Metodo Fenomenologico husserliano per indagare e inquadrare le Scienze Motorie e gli Sport come manifestazione della personalità; là dove finiscono di indagare le Scienze dei dati di fatto, inizia ad indagare la Fenomenologia, alla ricerca del senso o non senso delle Scienze stesse. Così l'allenamento non è solo un apprendere nuovi gesti, ma assume la connotazione della leggera accettazione della realtà come apparenza e della fugacità della vita che inesorabile scorre nel minuto secondo. Tutto proteso verso la vita, il corpo è ciò che ci mette in relazione con gli altri esseri umani: come nel gioco... un farsi e disfarsi, costruire e distruggere, senza alcuna qualificazione morale... alla ricerca della verità, della giustizia, della libertà, dell'uguaglianza, della comprensione reciproca e della gioiosa convivenza tra gli esseri umani. Il mondo circostante, allora, non è un mondo "in sé", ma un mondo "per me" di cui posso sentirmi partecipe.