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Gli antifonari del Santo e la miniatura nella Padova francescana di metà Trecento: un mosaico di voci patavine, bolognesi e umbre - Giordana Mariani Canova
Gli antifonari del Santo e la miniatura nella Padova francescana di metà Trecento: un mosaico di voci patavine, bolognesi e umbre - Giordana Mariani Canova

Gli antifonari del Santo e la miniatura nella Padova francescana di metà Trecento: un mosaico di voci patavine, bolognesi e umbre

Giordana Mariani Canova
pubblicato da Ass. Centro Studi Antoniani

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Scritti già pubblicati in: «Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arta», 63 (2023), fasc. 2-3. L'articolo prende in esame i quattordici Antifonari trecenteschi della basilica del Santo oggi conservati alla Pontificia Biblioteca Antoniana. Essi, pur con qualche perdita dovuta all'incendio che distrusse il coro nel 1749, contengono le parti cantate degli offici di tutto l'anno liturgico e sono corredati da prestigiose miniature. Lo studio prende in esame la scrittura, la liturgia, i caratteri stilistici e iconografici delle miniature e tiene conto anche dei documenti relativi alla vendita dei corali duecenteschi del Santo alla Pieve di Santa Maria Assunta di Gemona via via che veniva eseguita la serie trecentesca. Si è potuto così stabilire che l'esecuzione avvenne circa nel periodo 1340-1360 con un intervallo tra la seconda metà degli anni Quaranta e circa la prima metà dei cinquanta probabilmente dovuto alla peste nera del 1347-49 e alle sue conseguenze. L'autore propone che gli Antifonari siano stati scritti in convento da esperti frati calligrafi e miniati da maestri laici attivi pure in convento, se forestieri, o forse nelle proprie botteghe se padovani. L'impresa vede susseguirsi miniatori di alto livello stilistico e aggiornati su quanto di più moderno si andava facendo a Padova e in varie parti d'Italia, e soprattutto a Bologna, nel campo della miniatura su libri liturgici. Possiamo ricordare un maestro padovano-bolognese forse identificabile con il miniatore frate Francesco del Terz'ordine presente in basilica nel 1344, il Maestro delle foglie spinose e il Maestro delle foglie spinose B che possiamo sorprendentemente riconoscere come perugini, il padovano Maestro dell'Antifonario F che spicca tra altri maestri di una innovativa patavina attiva nella serie e infine il bolognese Stefano di Alberto Azzi. Molto interessante anche il ricco corredo di iniziali filigranate.

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