L'arcobaleno è la prima, e l'unica, biografia di Lucio Battisti attinta dalle voci dei suoi amici più veri, dei collaboratori più assidui, delle persone che per oltre trent'anni gli sono state veramente vicine; così vicine da sottrarsi, fino a oggi, dal turbinio di celebrazioni, omaggi e kermesse poco attendibili, spesso di cattivo gusto, che hanno accompagnato i suoi ultimi anni di vita e i primi dopo la morte. La voce più importante è quella di Mogol, il suo collaboratore più fidato e prezioso, la sua metà creativa; ma ci sono anche discografici, musicisti, compagni di un viaggio iniziato nella scettica nebbia della canzone leggera anni '60 e culminato con i trionfi dei primi '70, fino al volontario esilio e alle misteriose opere degli ultimi anni. Soprattutto però "L'arcobaleno" è la storia di un'anima da cui sgorgavano melodie indimenticabili che rifiutò tenacemente di trasformarsi in un idolo popolare. La storia di un italiano fra i più amati e fra i più perseguitati dalle leggi dello star system, che aveva dentro di sé un mondo così grande che a esprimerlo non poteva essere il linguaggio comune: quello delle istituzioni solite, delle ideologie dominanti, dei media più o meno addomesticati, contro cui lottò tutta la vita. Una storia da leggersi come un romanzo che contiene molte rivelazioni su verità finora trascurate eppure emblematiche. E non è solo di storia musicale che si parla bensì di una storia tout court del nostro Paese.