"In questo saggio si evidenziano i parallelismi e le connessioni tra il linguaggio attoriale di Beppe Grillo e il linguaggio politico che viene esercitato da quest'ultimo attraverso il suo blog, il vaffaday e tutte le altre esternazioni pubbliche, evidenziandone la funzione attrattiva, populista e immedesimativa esercitata attraverso: le immagini, le intonazioni, le inflessioni, i costrutti proposizionali, le strategie argomentative, i neologismi, i paradossi, una terminologia deformata e provocatoria, lo sdoganamento del dispregiativo, dei disfemismi e delle "parolacce", e, infine, la comunicazione del corpo su di una vasta fascia interclassista di italiani. Si vuole, inoltre, evidenziare come questo linguaggio populista, tramite l'attorialità del singolo e uno strumento divulgativo e persuasivo come il blog su internet, nell'arco di un decennio, abbia creato un abruttimento sociale acritico e una schiera di adepti che in maniera non riflessiva segue i dogmi e dettami impartiti loro, questo dovuto anche al disgregarsi dei partiti politici tradizionali e ad un rigetto delle ideologie politiche consuete, facendo così assumere al Movimento Cinque Stelle un ruolo ideologico trasversale".
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