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L'arte e il paesaggio. Le belle contrade - Giorgio Ceraudo
L'arte e il paesaggio. Le belle contrade - Giorgio Ceraudo

L'arte e il paesaggio. Le belle contrade

Giorgio Ceraudo
pubblicato da Rubbettino

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Da Locri, salendo la Statale 111 verso Gerace, tra uliveti e le anse della omonima fiumara, il nucleo medievale appare lontano su un'altura fortificata, simile ad una acropoli. Entrando nell'abitato dalla parte nord ci si immette in uno dei luoghi più belli del centro storico, denominato piazza delle tre chiese: San Francesco, grandioso edificio gotico, San Giovannello, piccolo gioiello bizantino e Sacro Cuore, con bella facciata barocca. Attraversando la piazza, tutt'a un tratto, quasi magicamente, si viene avvolti nella solenne e silenziosa atmosfera antica. Lo spazio urbano, definito dai tre edifici e dalla vicina Cattedrale dell'Assunta, sprigiona una sorprendente seduzione e dà vita ad un serrato dialogo artistico di rara intensità e qualità. In verità questo fascino e questa atmosfera del passato si respira, di continuo, in ogni angolo, per le strade, tra le case, le chiese, i palazzi patrizi, le antiche pavimentazioni della città. Ma l'emozione più forte si prova entrando nella grande piazza triangolare della Cattedrale, detta piazza Tribona. Qui le cortine degli edifici formano due basse ali alla spettacolare e scenografica visione dell'abside in blocchi di pietra. Più che una parete absidale sembra avere di fronte una vera e propria "fortezza" quadrangolare, fortemente plastica, con tre alti "bastioni" curvi che si staglia nell'azzurro del cielo. L'aspetto solitario e possente della costruzione ai margini dell'abitato, unita alla bellezza struggente del paesaggio urbano, da cui è difficile staccarsi, con in lontananza le frastagliate montagne-di Canolo, somiglianti alle Dolomiti, ricorda, in qualche modo, la desolata descrizione del paesaggio di confine della "Fortezza Bastiani" nel romanzo "Il deserto dei Tartari", capolavoro di Dino Buzzati.

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