Durante la seconda guerra mondiale, le forze aeree di Gran Bretagna e Stati Uniti attuarono massicci bombardamenti sulle città della Germania e del Giappone, culminati nella distruzione di Amburgo e Dresda, Tokyo, Hiroshima e Nagasaki. Tale offensiva fu giustificata dalle necessità della guerra o fu in realtà un crimine contro l'umanità? Oltre sessant'anni dopo quei tragici eventi, a tali domande - che già allora si affacciarono alla mente di molti, in relazione a una strategia che ebbe come obiettivo quello di colpire città e popolazioni civili nemiche con ordigni incendiari e, infine, con bombe atomiche - se ne sono aggiunte altre, non meno angosciose, che alimentano una delle ultime controversie legate a quell'immane conflitto. I discendenti di coloro che morirono sotto gli attacchi chiedono ragione del perché ai discendenti di coloro che si resero responsabili di quella scelta. Rispondere è importante, dice l'autore, perché "la storia deve essere raccontata correttamente prima che si tramuti in leggenda", come spesso avviene quando gli eventi si perdono in un passato sempre pìù lontano. Questo libro, che è una lucida e documentata ricerca storica ma anche un'incalzante indagine etico-giuridica, cerca di dare al riguardo delle risposte definitive. Non di rado alquanto scomode: e utili, magari, per cercare di capire non soltanto il mondo di ieri, ma pure quello di oggi.