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Un mito lungo 50 anni: Woodstock '69 di Ernesto Assante Un volume fotografico racconta le idee, i filosofi, gli eroi - e soprattutto gli artisti - della “favola” che ha cambiato la storia della musica.

Woodstock '69. Rock revolution. Ediz. illustrata

Woodstock '69. Rock revolution. Ediz. illustrata - Ernesto Assante

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“Se qualcuno vi racconta i suoi ricordi di Woodstock non credetegli, se ricorda qualcosa di quei tre giorni vuol dire che non c'è stato”, recita il più famoso proverbio sul festival che, nell'agosto del 1969, cambiò la storia del rock e un'intera generazione. Un evento nato in sordina, che grazie al potere del passaparola finì per radunare a Bethel Woods 500 mila giovani attirati dalla possibilità di ascoltare musica in assoluta libertà, nel segno della pace e dell'amore.

Ma come si arrivò a questo? Lo racconta Ernesto Assante, giornalista di “Repubblica”, critico musicale, autore e conduttore radiofonico, in un volume pieno di informazioni, fotografie e curiosità, che a cinquant'anni di distanza celebra quel mito.

Dalla genesi della controcultura con la pubblicazione di On the road di Jack Kerouac e i poeti della Beat Generation (“una pattuglia di scrittori e poeti che trasformava la ribellione in poesia, in letteratura, e, al tempo stesso, provava a trasformare la poesia e la letteratura in vita”) agli acid test di Ken Kesey, durante i quali, insieme alla musica dal vivo, agli happening teatrali e ai light show, si sperimenta l'LSD come strumento per espandere la coscienza.

Dall'irruzione dei Beatles e di Bob Dylan, che cambiano la cultura giovanile e danno la spinta al movimento studentesco dell'università di Berkeley e al movimento hippy, fino ai primi raduni di questa nuova gioventù, che protesta contro la guerra e vuole cambiare il mondo.

Siamo alle porte del 1969 e il progetto di Woodstock sta per venire alla luce. Michael Lang e Artie Kornfeld avviano una macchina organizzativa composta da 300 persone, che tra mille difficoltà mette in piedi l'evento in un mese.

Joan Baez, Jefferson Airplane, Jimi Hendrix, Joe Cocker, Janis Joplin, Santana, The Who sono solo alcuni degli artisti in scaletta. Il resto è storia. “Non si è trattato di un sogno”, scrive l'autore, “è successo davvero”, in un posto pieno di fango, dove nulla funzionava, dove la gente non aveva né da mangiare né da bere e tutto era fuori controllo.
Eppure, “per quanto possa sembrare assurdo nel mondo di oggi, per tre giorni è stata realtà.
Per tre giorni, tutto quello che leggerete è accaduto davvero”.

 

L'autore

Ernesto Assante
Giornalista e critico musicale, ha pubblicato testi di critica e storia della musica e collaborato con periodici italiani e stranieri, tra i quali “L’Espresso” e “Rolling Stone”. Ha insegnato Teoria e tecnica dei nuovi media e Analisi dei linguaggi musicali presso l’Università di Roma La Sapienza.

 

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