Nel 1860 il giornale aostano "L'indépendant" scriveva: «Agli occhi del governo, Aosta è italiana quando si tratta di pagare le tasse, ma diventa una terra straniera, una Siberia, quando si parla di farvi qualche investimento». La battaglia per la ferrovia - con quella per i trafori del Monte Bianco e del Gran S. Bernardo - si trasforma per la Valle d'Aosta in un'occasione di identità e di riscatto della propria autonomia. Oggi la Torino-Aosta ha le carte per crescere ed essere ben più di una linea regionale. La storia dunque non è ancora finita.