Un racconto beffardo, storico, nostalgico, con considerazioni teologiche sul divino, teneramente sentimentali. Ha come scopo quello di dileggiare alcuni miei fatti del passato, nei quali sentimenti di affetto si mescolano a episodi tragico-burleschi che mi hanno coinvolto, in buona fede, senza ironia, non allegoricamente ma in giusta realtà , e solo per un'appartenenza a dei luoghi e a una Villa che portava questo nome: Io sono il figlio del Paradiso!