Il corpo dell'uomo è riverso in cucina. Supino, le braccia allargate sul pavimento, la bocca spalancata in un agghiacciante grido senza suono. La ferita allo stomaco è stata inferta da un'arma da taglio, il colpo vibrato dal basso verso l'alto. Ma sono le mani del morto, cosparse di olio e bruciate, il dettaglio più raccapricciante. Nella camera da letto, poi, giace il cadavere dell'anziana madre. Una coltellata all'addome anche per lei, sangue dappertutto, e la gamba sinistra fracassata con il suo stesso bastone. Scena del duplice omicidio una casa popolare nel quartiere Ponticelli, a Napoli, concessa per gravi motivi di indigenza. Per il commissario Tonio Buonocore ci sono elementi a sufficienza per poter escludere una rapina finita male. Una ricostruzione preliminare degli eventi suggerisce l'ipotesi di un'azione premeditata. Compiuta da una persona che conosceva in qualche modo le vittime e le odiava al punto da infierire su di loro con inaudita ferocia. Un odio freddo e profondo che sembra provenire da lontano nel tempo. No, per il commissario qui non si tratta di qualche balordo che ha perso la testa, e le sue intuizioni di solito non sbagliano. È stata un'esecuzione.