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Jeffery DeaverIl gioco del mai

Il gioco del mai - Jeffery Deaver

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In cerca di una ragazza rapita, un localizzatore segue le tracce di un criminale che ispira le sue imprese a un popolare videogioco.

Dal padre, copywriter di annunci pubblicitari, ha forse ereditato la passione per la scrittura, ma la vocazione per le trame ben congegnate Jeffery Deaver l’ha maturata grazie alla carriera forense degli esordi.

Per un po’, infatti, ha trattato cause di diritto societario dalle quali ha appreso un metodo: “Per me il thriller è una storia strutturata in maniera analitica” ha dichiarato. “Prima di scrivere una singola parola di prosa io trascorro otto mesi a informarmi e a fare ricerca. I metodi che uso ora sono gli stessi che usavo per strutturare un documento legale o risolvere un caso.” Un perfezionista, dunque, che a un certo punto del suo percorso ha deciso di cambiare rotta e di imboccare la strada della scrittura.

Il successo arriva nel 1997 con Il collezionista di ossa, che gli regala la fama internazionale e l’incondizionata devozione dei lettori: è il primo caso del ciclo di Lincoln Rhyme, che conta in tutto quattordici romanzi (ultimo, Il taglio di Dio), cui si aggiungono quelli della serie di Kathryn Dance, di John Pellam e moltissimi altri titoli.

E le sorprese non sono finite. Perché da vero mago della scrittura, Deaver tira fuori dal cilindro un nuovo eroe: si chiama Colter Shaw ed è il protagonista del suo nuovo best-seller Il gioco del mai, edito da Rizzoli. Non un detective, né un poliziotto, ma un localizzatore (tracker) abilissimo nel seguire le tracce delle persone scomparse.

Ora sulla sua lista ci sono una studentessa sparita dalla Silicon Valley e l’uomo che l’ha rapita e che dissemina il suo cammino di inquietanti messaggi ispirati a un popolare videogame. Per fermare il rapitore, Shaw penetra nella Silicon Valley scoprendone il lato oscuro: la sua natura di ingranaggio spietato, programmato per liberarsi di chi non sa tenere il passo.

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