Annoverato tra le principali istituzioni ecclesiastiche della Lombardia medievale, il monastero benedettino femminile di San Vittore di Meda, nei pressi di Milano, fondò il suo potere sul possesso di un ingente patrimonio fondiario e sull'esercizio di prerogative signorili in varie comunità del contado ambrosiano. Tra XIII e XIV secolo, il suo capitolo, composto da esponenti di lignaggi signorili radicati nelle campagne milanesi, si distingueva per la sua natura aristocratica e "rurale". Malgrado ciò, San Vittore non si sottrasse al confronto con Milano, intenta a sua volta a consolidare la sua egemonia sul proprio districtus. Il cenobio approfittò anzi, ancora nei decenni di passaggio dal Comune alla Signoria, dei sempre più ridotti margini d'azione di cui disponeva vis-à-vis delle istituzioni cittadine per tutelare i suoi possessi e la sua autonomia. Un drastico cambiamento avvenne però negli anni Venti del Trecento, quando l'abbazia, travolta dagli eventi, entrò infine in crisi. In questo libro ci interroghiamo sulle origini della decadenza di San Vittore.