Per tutte le concezioni mistiche del linguaggio, dalle metafisiche orientali a Jacob Bohme fino al giovane Benjamin, l'essenza del linguaggio coincide con l'essenza stessa del mondo. Ma il primato della parola come luogo sacro prende un rilievo speciale nella tradizione ebraica: e la meditazione sul Nome, anzi sui Nomi di Dio, sul loro fondo impronunciabile e le loro infinite possibilità combinatorie, assume qui i caratteri di una passione assoluta, di cui si è alimentata per secoli il pensiero della Qabbalah. Illuminando via via magistralmente alcuni dei suoi snodi e delle sue figure maggiori - dalle pagine oscure e pregnanti del 'Sefer Yesirah' a Isacco il Cieco, a Giqatilla e ad Abulafia -, Gershom Scholem mostra come la mistica ebraica sia tornata instancabilmente sul tema del Nome e del suo rapporto con la rivelazione. Per la "Qabbalah", l'essenza divina si manifesta attraverso dieci emanazioni, congiunte nell'albero delle 'sefirot'. E le ventidue lettere dell'alfabeto sono uno sviluppo delle stesse 'sefirot'. Perciò il lavoro sul linguaggio diventa compito principale del mistico e del teosofo. L'albero dei nomi fa tutt'uno con l'albero delle cose, dove i nomi e le cose sono simili a 'fiamme tremolanti' divampate da una sola radice. All'origine di ogni forma linguistica vi è però, appunto, il Nome di Dio, le cui infinite varianti formano l'oggetto, secondo Abulafia, della vera scienza profetica: una vertiginosa 'ars combinatoria' capace di ricondurre le lingue profane all'unica lingua santa originaria.
Il nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio
filippoleonardi - 30/05/2013 00:44
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Gershom Scholem è un serio studioso della tradizione ebraica. In questo libercolo di circa 100 pagine affronta il tema della mistica del linguaggio nella tradizione ebraica. Lo fa con cognizione di causa, trattando dei nomi divini, delle lettere ebraiche, delle Sefirot, della Merkavah, ecc. Riguardo alla lingua originaria dell'uomo, quella paradisiaca, ci lascia una osservazione interessante: essa possedeva ancora il carattere sacro, ossia un legame immediato e diretto con l'essenza delle cose che voleva esprimere. Per chi volesse approfondire questo concetto, consigliamo di leggere il Cratilo.
filippoleonardi - 30/05/2013 00:44