«¿Sulla forca! È quello il posto di Bohumil Hrabal e dei maniaci simili a lui, purtroppo non è il solo. Sulla forca!¿» Nella sua rielaborazione di una lettera anonima, Bohumil Hrabal fotografa con grande efficacia la reazione di alcuni lettori cechi di fronte alla novità linguistica, stilistica e tematica dei suoi testi letterari dopo quindici anni di grigio realismo socialista. Con i racconti di Hrabal, nel 1963, fanno prepotentemente ingresso nella letteratura ceca i "¿discorsi della gente¿", l'inventiva linguistica e la creatività popolare di operai delle acciaierie, commessi viaggiatori, ferrovieri, assicuratori, notai, impiegati del macero della carta, macchinisti teatrali, che, attraverso un lessico colorito, espressioni dialettali e slang professionali, restituivano alle pagine dei libri la vivacità dell'osteria e «¿lo splendore dei chiacchieroni e il loro sollazzarsi¿». Ed è nello scontro tra drammatica situazione contingente e discorsi apparentemente banali e ripetitivi, che in questi racconti si realizza «¿l'esperienza sconvolgente di scorgere la perla sul fondo dell'essere umano¿», come Hrabal la definisce. Prima traduzione italiana.